Energy manager: un’opportunità per tutti
Volge quasi al termine il periodo entro il quale si può nominare l’energy manager, in tempo utile per non incorrere in sanzioni da parte delle autorità, soprattutto per quel che riguarda i soggetti obbligati i cui adempimenti sono disciplinati in base alla legge 10/91.
Sebbene nel settore industriale il tasso di adempimento alla nomina sia molto elevato, ciò non si può dire per il settore civile e nella fattispecie per la Pubblica Amministrazione.
Sono molteplici gli studi che descrivono in maniera esaustiva e completa quanto il peso del settore civile, soprattutto il ramo che afferisce alle costruzioni (condomini, residenze e settore dei servizi alla persone, ecc.), sia molto influente e si aggiri intorno al 35% dei consumi nazionali.
Nella fattispecie una figura come l’energy manager da impiegare laddove ve ne sia l’obbligo e in maniera non continuativa laddove tale obbligo non sia imposto, può assumere dei lineamenti di vantaggio economico soprattutto a valle di apposite analisi, considerazioni e azioni svolte dall’energy manager stesso.
Ciò ha un vantaggio duplice per il soggetto attuatore delle misure di efficienza energetica, in quanto non solo si hanno dei risparmi energetici che possono essere tangibili nel medio termine ma nel breve termine l’azione dell’energy manager potrebbe tradursi in un risparmio economico tangibile grazie, ad esempio, ad interventi sulle forniture.
Tale aspetto risulta di fondamentale importanza soprattutto laddove, come nelle PA, i consumi energetici vanno di pari passo con i costi, ma questi ultimi devono essere contenuti per vincoli economici vari da rispettare, sulla base di accordi con le amministrazioni centrali.
È bene comunque sottolineare che nell’ultimo triennio il numero di energy manager è via via aumentato e sta continuando a prendere piede in ogni ambito, vuoi perché vi è una maggiore attenzione ai costi, vuoi perché molti soggetti devono rispondere a dei vincoli di legge, vuoi perché anche chi non è obbligato ha una maggiore sensibilità e attenzione a contenere i propri consumi energetici programmando in maniera metodica e analitica gli interventi di miglioramento energetico, al fine di avere una strada tracciata e dei target da raggiungere.
Il settore industriale risulta essere quello maggiore attento e quello che ha investito e continua ad investire; nel settore civile ancora è lunga la strada da percorrere, ma sicuramente dei miglioramenti cominciano a vedersi, con la speranza che essi siano precursori di un nuovo modo di pensare l’energia e l’economia, sia della cosa pubblica che della vita di tutti i giorni.
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